performance audio video per pianoforte acustico e console video con Danilo Rea, supportato dal Meet Digital Culture Center
Un pianoforte a coda, una console digitale e un grande schermo avvolgono il palco. Danilo Rea, tra i più grandi pianisti jazz italiani, si siede al pianoforte e inizia a improvvisare. Le note escono dal pianoforte e si trasformano in segni colorati sullo schermo. Paolo Scoppola - interactive media artist e performer - osserva questi segni colorati, li modifica attraverso la console e li rimanda agli occhi del musicista per stimolare la sua immaginazione. Inizia così un complesso dialogo tra i due artisti, un viaggio attraverso una serie di improvvisazioni musicali e visive, ognuna con un proprio carattere, ma legate dal costante desiderio di scoprire le profonde relazioni tra il linguaggio dei suoni e quello delle immagini. In questa fluidità di contenuti, Danilo Rea improvvisa spaziando tra diversi generi, dalla musica classica al jazz, dalle colonne sonore e al pop, senza rimanere mai imprigionato in un genere preciso. Il concerto, infatti, mette al centro il tema dell’improvvisazione in ogni ambito, non solo musicale. Accanto a questo elemento, eredità culturale del '900, c'è un computer, tra i simboli dell’attuale secolo, che però non ha lo scopo di produrre musica elettronica, né di creare contenuti in modo autonomo. Il computer si propone semplicemente come strumento per creare interazioni tra suoni e immagini. Si tratta, più in particolare, di un software sviluppato da Paolo Scoppola che cattura le onde sonore per rilevare gli istanti in cui vengono premuti i tasti del pianoforte. Questi impulsi vengono trasmessi ad algoritmi di grafica generativa la cui esecuzione è manipolata dalle mani dello stesso Paolo Scoppola, il quale modifica le immagini man mano che vengono create. L'intero processo avviene improvvisando sul il ritmo delle note, permettendo al performer di duettare con il pianista. Il concerto si basa solo su una traccia mentale che i due artisti pianificano prima della performance. La loro empatia sul palco trasforma, poi, questa traccia in musica e immagini. Come ha sottolineato lo stesso Rea, il duo ha una sorta di "connessione" interna, in parte resa possibile dal sistema digitale, in parte perché entrambi rendono il confine tra immagini e suoni così sfumato che riescono letteralmente a dialogare tra loro. Uno degli aspetti chiave di questa performance è la trasformazione dell'elemento immagine in un contenuto che assume significato solo in relazione agli eventi sonori. Dall'altro lato, l'improvvisazione musicale è guidata dalle immagini sullo schermo. Rea guarda effettivamente lo schermo durante il concerto per trovare l'ispirazione, mentre Scoppola ascolta il pianoforte per trovare anch'egli la propria ispirazione. La costante interazione tra gli esecutori diventa una sorta di energia creativa primordiale che anima e guida la performance concertistica, rivoluzionando la relazione tra musica e immagini. Questa facilità di dialogo deriva dal grande eclettismo di Rea, il cui vasto repertorio lo ha portato non solo ad abbattere i confini tra i generi musicali, ma a concepire una dimensione creativa in cui tutto può essere stimolo per l'invenzione musicale, anche un'altra forma d'arte. Dall'altra parte del palco, Scoppola, non solo è un performer con una lunga esperienza nell'arte interattiva ma anche un musicista autodidatta e si ritrova naturalmente nelle armonie, nelle melodie e nei ritmi che nascono dall’immaginazione del pianista. Da questa simbiosi nasce infine l'idea di creare un'opera "pura", cioè senza riferimenti a nessun tema particolare e facente uso quasi esclusivo di immagini astratte. L'obiettivo è quello di avvicinare il più possibile le immagini all'astrattismo intrinseco del linguaggio musicale. Ed è su questo punto che i due artisti vogliono concentrarsi, cioè su immagini che, nelle loro varie alterazioni, raramente diventano riconoscibili, ma rimangono sempre segni, forme e colori, elementi visivi alla ricerca di un dialogo profondo con gli elementi del linguaggio musicale.
Adriana Tuzzo – Jazzit
La sensazione diffusa, tra palco e platea, è stata quella di essere in presenza di un esperimento che avrà lungo seguito e che potrà trasformare in modo radicale produzione e fruizione della musica e dell’arte.
Luigi Onori – Il Manifesto
Eventi
Toronto Digifest 2021, performed at Meet Digital Culture Center, Milan 19.11.2021
Meet the Media Guru, Milan 08.02.2022
Roma Jazz Festival, Sala Sinopoli, Auditorium Parco della Musica, Rome 17.11.2022
Credits
Piano: Danilo Rea
Visuals: Paolo Scoppola
Event management: Veronica Manson (Italian Institute Culture), Maria Grazia Mattei (Meet Digital Culture Center), Luigi Ferrara (George Brown College)
Sound Engineer: Luca Giannerini
Communication: Luigi Venturi
Photo: Francesco Prandoni, Adriana Tuzzo, Luigi Venturi
Production: Barbara Levi, Alessia Bimonte (Meet) Alice Lee (Digifest)
Press
ANSA: Grande successo per la 46^ edizione del Roma Jazz Festival
Virgilio.it: SoundMorphosis, il concerto multimediale di Danilo Rea e Paolo Scoppola
Rai News: Star e giovani talenti al Roma Jazz Festival
Il Giornale della Musica: Roma Jazz Festival: quale jazz?
Exibart: Al MEET di Milano arriva il Digifest: si parte con una performance di suoni e segni
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